mercoledì 20 febbraio 2008

Gli amici degli amici e i figli di papà


Già l'alleanza mediatico-giudiziaria (l'ex pm che dice "spegnete le tv" è il cerchio che si chiude) non prometteva nulla di buono. Poi ci si è messo direttamente lui, W. Ora, non che qui qualcuno avesse pensato di poterlo votare, perché non serve conoscere di persona un politico per capire se nel corso della sua vita abbia fatto seguire i fatti alle parole oppure no. Veltroni non è di sicuro di questa specie, e quando tiene fede a un impegno l'impressione che se ne ha è che lo faccia soltanto perché gli conviene, e parecchio. Ma andiamo oltre. La promessa era fare "liste piene di giovani". Evviva. Poi ti giri un attimo e t'accorgi che è come quando "soli" voleva dire "liberi". Perché mettere in lista anche autorevoli figli di papà in quanto tali non vuol dire candidare i "gggiovani". Vuol dire scegliere una rosa di poteri forti e, nell'ambito delle loro dinastie, prediligere la faccia meno usurata e più piaciona. Puntare su giovani "veri" (cioè rappresentanti di loro stessi e dei loro talenti), in un Paese come il nostro che conosce soltanto il precariato fino ad almeno i 35 anni e l'accesso alle stanze dei bottoni dopo i cinquanta, significa inevitabilmente mettere in lista degli emeriti sconosciuti i cui cognomi non suggeriscano nulla di nulla agli elettori. Perché se domani W o il Cav. decidessero di candidare – che so – Daniele Raineri, che è l'unico giornalista italiano (con Rolla Scolari) ad aver intervistato David Petraeus a Baghdad, questo al grande pubblico non direbbe nulla. E non perché lui come cronista non valga, ma perché il suo cognome non è evocativo come quello del figlio di Benetton che non è conosciuto soltanto a Treviso, ma pure a Singapore. Eppure, quello che ha fatto nella sua vita il primo è tutto frutto del proprio sacrificio e della propria bravura. L'altro, per quanti sacrifici e bravura abbia potuto metterci di suo, è comunque partito con il vantaggio di un cognome pesante. W lo sa. E non ha esitato a scegliere.

1 commento:

nuwanda ha detto...

Ragionamento molto interessante. Però non basterebbe dirglielo alla gente quali sono i meriti di Daniele Ranieri? Perché non ci vorrebbe molto a capire che i meriti di Daniele Ranieri sono diversi, che so, da quelli di Marianna Madia. O no?