Vabbè, abbiamo capito. L'Udc balla da sola, con Casini candidato premier "inutile" (copyright Cav.). Il Pd getta il coraggio, la socialdemocrazia garantista e tutto il nuovo che avrebbe potuto (slogan a parte) alle ortiche e imbarca Di Pietro e le toghe rosse. Auguri. Con il prevedibile formarsi d'un piccolo grande centro del 5-6 per cento (se va bene) con Udc, Udeur e Libertà e Solidarietà (sarò l'unico che si ricorda il nome vero della Rosa Bianca) che farà la fine politica del MoDem di Bayrou, l'unica vera novità di queste elezioni che avvieranno la transizione alla Terza Repubblica sarà la nascita (sembra e si spera) di un grande partito di massa liberale, liberista e solo implicitamente cristiano. Il Pdl può essere la rivoluzione copernicana della politica italiana, la rottura dal duopolio degli statalismi (cattofascista e cattocomunista) che hanno distrutto lo Stato sorto dall'unica vera rivoluzione (non a caso, liberale) che il nostro Paese abbia mai conosciuto: il Risorgimento. Noticilla sui cristiani in politica: finalmente cominceremo a notarli, se ci sono, per quello che faranno, non per le insegne sotto le quali militeranno, visto che sono destinate a scomparire.
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