lunedì 15 settembre 2008

A Piacenza c’è un’aria di congiura cattolaicista contro un paio di giuristi pro life


Piacenza. “Speriamo di riuscire a contrastare la legge del più forte o di chi è più dialettico”, aveva auspicato qualche giorno fa Romeo Astorri, preside della facoltà piacentina di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presentando alla stampa il programma del Festival del diritto che si terrà nella città emiliana tra il 25 e il 28 settembre. Una prima assoluta (con l’intenzione di farne un appuntamento fisso a livello nazionale), nomi altisonanti del diritto e della sociologia, giornalisti e filosofi a discutere quest’anno di “Questioni di vita”, ossia del delicato rapporto tra legge e bioetica.
Secondo Francesco D’Agostino, presidente emerito del Comitato nazionale di bioetica e membro della Pontificia accademia per la vita, però, difficilmente il Festival piacentino del diritto potrà essere un’occasione di reale dibattito sui temi eticamente sensibili. In una nota che ha affidato ai referenti locali dell’Unione giuristi cattolici (organizzazione di cui è presidente nazionale), D’Agostino ricorda che “in molte occasioni la cultura cattolica viene marginalizzata e il caso di Piacenza, al riguardo, è davvero esemplare”. Livio Podrecca, che dei giuristi cattolici piacentini è il segretario, spiega al Foglio come una manifestazione nata sotto il patrocinio del più importante ateneo confessionale d’Italia si sia trasformata “in un festival degno di Ballarò o Annozero, quelle trasmissioni di approfondimento politico dove formalmente sono rappresentate tutte le voci, ma dove il conduttore riesce sempre a orientare il dibattito nella solita direzione”. Da giorni l’avvocato Podrecca è attaccato al fax e al computer, scrive lettere aperte e invia comunicati alla stampa locale per denunciare quella che, a suo dire, “è una forma garbata di censura” delle posizioni eticamente meno sfumate. Suo bersaglio è il curatore scientifico della rassegna, l’ex garante della privacy Stefano Rodotà, ma soprattutto l’Università Cattolica, uno dei due atenei patrocinanti (l’altro è il Politecnico di Milano), oltre alle amministrazioni locali, al Sole 24 Ore e alla casa editrice giuridica Laterza. “Il rammarico nel vedere tra gi enti che hanno promosso l’iniziativa l’Università cattolica del Sacro Cuore non può essere che grande”, scrive anche D’Agostino nella sua nota.
Tutto è cominciato proprio con l’esclusione di D’Agostino dalle lista dei relatori. Chiamate qualche mese a dare un contributo di idee, le associazioni giuridiche locali avevano avanzato le loro proposte per dibattiti ed eventi da inserire nell’ambito del vasto programma della manifestazione. L’Unione giuristi cattolici aveva proposto un incontro con il presidente onorario del Comitato nazionale di bioetica per discutere della fine della vita e del testamento biologico. “Ci hanno risposto che per quel tema avevano già un esperto, nonostante la nostra proposta sia arrivata con largo anticipo – racconta Podrecca – Allora abbiamo fatto presente che il professor D’Agostino avrebbe potuto trattare altri argomenti analoghi: gli organizzatori ci hanno ringraziato ribadendo il loro no e rimandando tutto a un’ipotetica seconda edizione del festival. Ma non si tratta di un caso isolato: l’unico membro del Comitato di bioetica invitato, il professor Luciano Eusebi dell’Università Cattolica, parlerà di diritto penale e non di temi eticamente sensibili”.
Di testamento biologico parlerà un altro giurista, anche lui d’area cattolica, come Francesco Donato Busnelli della Scuola Sant’Anna di Pisa, replicano dal comune di Piacenza, dove l’assessore alla Cultura, Paolo Dosi, intervistato dal quotidiano locale La Cronaca ha spiegato che “gli interventi della cosiddetta ‘prima fascia’ sono stati concordati dal responsabile scientifico del progetto (cioè Rodota, ndr) con i referenti delle università, in particolare dell’Università Cattolica, che ha avuto un ruolo di primo piano. E’ stato usato un filtro preventivo per garantire l’autorevolezza dei relatori e la rappresentatività delle posizioni. Non potevamo permetterci di avere relatori che ‘fanno il tifo’” e tra gli studiosi d’area cattolica coinvolti ha citato “Massimo Reichlin e Gustavo Zagrebelski”, uno docente di Etica della vita all’Università Vita-salute del San Raffaele e l’altro ex presidente della Corte costituzionale.
“Peccato che l’unica tavola rotonda sul tema della famiglia sia su quelle atipiche e che di quella tradizionale non ci sia traccia nel programma”, ribatte invece Podrecca, che cita “la presenza della sociologa Chiara Saraceni, la stessa che sostiene che ‘i modelli familiari negli ultimi anni si sono moltiplicati’” a quell’incontro. E in città, dove sui giornali e nei bar da un paio di giorni non si parla d’altro, c’è chi giura che in Curia non l’abbiano presa troppo bene. Il nuovo vescovo, monsignor Gianni Ambrosio, fino a qualche mese fa era l’assistente spirituale dell’ateneo fondato da padre Gemelli.
Alan Patarga

(© Il Foglio, 14 settembre 2008)

Nessun commento: