Martedì, ore 18,30 circa. Mi avvicino al casello di Mantova nord (Autobrennero) con le palpitazioni: quanti Tir incontreremo lungo la strada fino a Sinalunga? Le immagini dei tg, i titoli dei quotidiani di giornata lasciano poco spazio al dubbio: tanti, ne incontreremo tanti. Code interminabili di "bisonti" lungo le carreggiate, caselli bloccati, aree di servizio inservibili, traffico canalizzato (e paralizzato) lungo un'unica, risicatissima corsia di sorpasso. Questo ci aspettiamo, io, mia moglie e forse persino il cane. Perché il messaggio dei media era chiaro: l'Italia è nel caos, manca tutto. E noi dobbiamo attraversarlo quasi tutto, quel caos, passare per Bologna e Firenze, mica per Pescasseroli e Roccasecca. Vedrai che file ci saranno, vedrai.
Così ritiro il biglietto a Mantova nord, saranno le 18,38 o giù di lì. Faccio due conti: col traffico che ci sarà, se tutto va bene per ora di cena siamo a Rioveggio. Che, tradotto, significa una mezza salvezza: in quel paesino dell'appennino tra Bologna e Firenze, conosciuto più per il casello che per altro, c'è una delle pizzerie più buone d'Italia, sarà a un chilometro dall'uscita dell'A1, fa una pizza speciale (abbastanza alta ma non troppo, ingredienti eccellenti) e costa non il giusto, qualcosa meno. Te la do io, la Rustichella, penso.
In autostrada c'è nebbia. Sarà per questo che non si vede nemmeno un Tir nei paraggi, Stai a vedere che spuntano due fanali rossi a pochi metri quando meno te l'aspetti, meglio stare attenti. Passano i chilometri, e le due lucine rosse non si vedono. Passiamo Mantova sud, Pegognaga, Reggiolo, Carpi. Fino a Modena nord, quando c'è l'imbocco dell'Autosole (bel nome, se per metà è inghiottita nelle nebbie padane), di camion ne avremo visti tre o quattro, tutti stranieri (uno croato, uno ceco e un paio polacchi): il traffico, se così si può chiamare, è scorrevole. Anzi, proprio non c'è: qualche automobile che procede a velocità moderata per la foschia, qualcun altro che sfreccia per far vedere agli altri che lui, alla nebbia, c'è abituato. Fanno tutti così, quelli che s'ammazzano. Da Modena in poi la musica rimane la stessa: pochissimi autotreni, roba che forse – da queste parti – non ne passavano così pochi nemmeno nel 1959, quando l'autostrada era in costruzione. Negli autogrill, a giudicare dall'occhiata rapida che diamo loro passando da fuori, sembra tutto tranquillo. Siamo a Bologna, sono passate le sette e io comincio a sperare nell'ingorgo, perché sennò Rioveggio salta e si finisce a casa a mangiare due uova sode e un po' di insalata. Dopo un trasloco sarebbe troppo. A Rioveggio ci passiamo che saranno le 19,25 e l'ora sarebbe anche quella giusta, ma con un traffico (?) così perché sprecare soldi fuori se possiamo essere a casa in poco più di un'ora e mezza? Basta stringere la cinghia un po', quante volte s'è fatto per gli orari del giornale?
E sia, niente Rioveggio. DI Tir, nemmeno l'ombra. A questo punto prego che non compaiano proprio ora, che non colpisca la maledizione della Rustichella. Sarebbe davvero il colmo. Siccome lassù qualcuno deve amarmi almeno un po', dopo Bologna anche Firenze si presenta insolitamente vuota di traffico: persino i lavori tra Calenzano e Certosa non sono d'ostacolo, senza i bisonti in rivolta chissà dove. Certo non qui. Tra Incisa e Arezzo torna la nebbia, "chissà perché da qualche anno c'è quasi più nebbia dalle nostre (sue, ndr) parti che in Valpadana", si chiede Elisa. Alle 21 circa usciamo a Valdichiana-Bettolle-Sinalunga. Eccoli, i camionisti. Pardon, i padroncini. Sono fuori dal casello attorno a un falò, si riscaldano con qualche salsiccia, due castagne e un goccio di vin brulè. Non sarebbe male. A me, tra qualche minuto, toccheranno uova sode e insalata.
3 commenti:
oppongono ad un governo bolscevico, sempre pronto a concedere prebende ed incentivi solo ai paraculi di stato, ai grandi industriali politicamente corretti ed al gregge dei dipendenti allineati e coperti sapientemente guidato dai pastori della triplice.
In un paese dove la legalità è ormai una barzelletta Prodi, il calabrache, si permette di fare la voce grossa con chi chiede solo di essere messo in condizione di lavorare e guadagnare dignitosamente, senza essere stritolato da un fisco cubano e da costi di esercizio che crescono ogni giorno di più per la gioia di una politica parassita che vive di voto di scambio alimentato con il denaro di quei pochi (sic.) che non accettano di vendere la propria dignità per un tozzo di pane.
Devo sperare che il giochino subdolo e vigliacco del governo che cerca di mettere il paese contro una categoria perchè non abbassa la testa, possa fallire miseramente così come fallito è questo governo e questa classe dirigente uscita non certo per meriti propri indenne dalle macerie di tangentopoli. Miserrimi politici di seconda fila che non hanno saputo cogliere un'occasione irripetibile, quella di dare una svolta al percorso di un paese che corre incoscente verso il suicidio sociale ed economico.
Gli italiani anzichè lamentarsi perchè non trovano le zucchine al mercato farebbero meglio ad unirsi alla protesta, bloccare non solo autostrade am anche viottoli e sentieri, come non capire che le ragioni dei camionisti sono le stesse di quella che è la parte sana del paese, che tira la carretta da decenni ed in cambio riceve solo sputi in faccia, da boiardi e mantenuti di tutte le risme che oggi trovano massima espressione in questo governo vergognoso.
"Divide et impera" qualcuno a Roma lo aveva capito già tanto tempo fa!
Ammesso che tu possa aver ragione (e a mio avviso ce l'hai soltanto i parte), non vedo cosa c'entri la tua filippica nazionalrivoluzionaria con la divertita sottolineatura che il blocco millantato da tg e giornali in mezza Italia non s'è visto (fatte salve le città più grandi e politicizzate, cioè Roma, Milano, Napoli e Torino), che soltanto le notizie sugli approvvigionamenti sono vere e che la carenza di benzina è dovuta, più che altro, al panico indotto dai media negli automobilisti, che sono corsi tutti a fare il pieno svuotando le aree di rifornimento.
Perfetto tutto il tuo articolo, ma vi è un errore: la pizza migliore d'Italia la puoi gustare al ristorante Smeraldo a Pozza di Maranello (Mo).
http://www.modenaweb.com/smeraldo/indexold.htm
La pizza al metro è la cosa migliore che abbia mai assaggiato, dopo, ovviamente, alle labbra di una bellissima donna.
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